Tuesday, March 17, 2009

GOLPE IN MADAGASCAR

La vita nella capitale Antanarivo continua come sempre, con scuole e negozi aperti, ma la gente è preoccupata che possa scoppiare una guerra civile. L'esercito, che ha scelto oramai l'opposizione, è schierato ad Antananarivo intorno agli edifici occupati, l'ufficio del presidente e la banca centrale. Rajoelina, 34 anni, ex sindaco della capitale, da gennaio cavalca le proteste popolari contro gli aumenti dei prezzi, che hanno fatto oltre cento morti. Il 31 gennaio si è autoproclamato leader del paese e il 7 febbraio ha guidato una marcia sul palazzo presidenziale, respinta a mitragliate, con una trentina di vittime. Nei giorni scorsi ha rifiutato un'offerta del presidente di tenere un referendum per risolvere la crisi e ha chiesto invece alle forze armate di arrestare Ravalomanana.
il presidente del Madagascar, Marc Ravalomanana, si è dimesso e ha consegnato il potere ai militari. Lo ha detto il suo portavoce. Il braccio di ferro è stato così vinto dal capo dell'opposizione, il sindaco della capitale Antananarivo Andry Rajoelina, 34 anni, che è entrato nell'ufficio del presidente nel centro della capitale Antananarivo (occupato lunedì dall'esercito, che oramai lo appoggia) e ha annunciato a una folla festante che otto ministri hanno consegnato le dimissioni nelle sue mani: «La lotta per la democrazia è quasi terminata» ha dichiarato.


Nel 1885, nel contesto della spartizione coloniale dell'Africa, gli inglesi rinunciarono a qualsiasi pretesa nei confronti del Madagascar, lasciando il campo libero ai francesi. Nel 1890 la Francia dichiarò il Madagascar un proprio protettorato. Durante la seconda guerra mondiale, truppe malgasce combatterono in Francia, Siria e Marocco. Quando la Francia cadde in mano ai tedeschi, il Madagascar passò sotto il controllo del governo di Vichy. Nel 1942 l'isola fu invasa dalla Gran Bretagna che la riconsegnò ai "francesi liberi" di de Gaulle l'anno dopo.
Nei primi anni '50 la Francia diede inizio a una serie di riforme che consentirono al Madagascar una transizione verso l'indipendenza. Il 14 ottobre 1958 nacque ufficialmente la Repubblica del Madagascar nel ambito della Communauté Française. Il 26 giugno 1960 finalmente il Madagascar divenne indipendente, con Philibert Tsiranana come primo presidente. Dopo l'abbandono di Tsiranana e un breve periodo di transizione, il potere passò nelle mani di Didier Ratsiraka, che modificò profondamente lo stato e la politica estera malgascia in direzione di un socialismo filo-sovietico. Il partito di Ratsiraka divenne l'unico partito legalmente riconosciuto nel 1977, e la libertà di stampa fu fortemente ridotta. Il regime di Ratsiraka iniziò a vacillare negli anni '80, sotto la pressione di una forte crisi economica e del crescente isolamento internazionale del paese. Ratsiraka modificò gradualmente la propria politica, fino a indire le prime elezioni multi-partitiche nel 1993. Ratsiraka e il suo principale rivale, Albert Zafon, si alternarono alla guida del paese fino al 2001.
Marc Ravalomanana é presidente del Madagascar fino al golpe.
Nel 1999 Ravalomanana divenne sindaco della capitale malgascia, Antananarivo. Alle elezioni del 16 dicembre 2001 fu candidato alla presidenza del paese; l'esito delle votazioni fu controverso, e sia Ravalomanana che il suo avversario (il presidente uscente Didier Ratsiraka) sostennero di aver vinto. La disputa causò alcuni scontri fra i sostenitori dei due candidati: mentre le zone centrali dell'isola vennero occupate da Ravalomanana le coste furono fedeli a Ratsiraka e le strade furono interrotte da posti di blocco, anche l'esercito cominciò a dividersi tra chi era fedele a uno o all'altro candidato. Il 22 febbraio 2002, Ravalomanana si autodichiarò presidente, e la sua posizione fu confermata il 29 aprile dall'Alta Corte Costituzionale. Questo, tuttavia, non pose fine agli scontri nel paese, che si conclusero solo con l'esilio forzato di Ratsiraka, il 5 luglio.

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