Wednesday, March 25, 2009

SFIDUCIATO IL PREMIER CECO : le vittime istituzionali della crisi economica

Il governo del premier conservatore ceco Mirek Topolanek è stato sfiduciato oggi dal Parlamento. Una mozione di sfiducia presentata dall'opposizione socialdemocratica è stata votata da 101 deputati, quanto bastava per far cadere il governo. Topolanek, premier della Repubblica Ceca dal 2006, è da gennaio di quest'anno anche Presidente del Consiglio europeo, essendo succeduto al francese Nicolas Sarkozy nel semestre di guida europea. Il primo ministro resterà in carica fino a quando il presidente della Repubblica Vaclav Klaus non nominerà un nuovo esecutivo o indirà elezioni anticipate. La procedura prevede che il presidente ceco, dopo aver accettato le dimissioni dell'esecutivo, accerti se la squadra di governo può rimanere fino al conferimento dell'incarico a un nuovo premier. A questa fase seguiranno consultazioni e negoziati. Il leader dell'opposizione Jiri Paroubek ha dichiarato di essere disposto a far rimanere in carica il governo sino a luglio, cioè sino alla fine del semestre europeo, a patto che il ministro degli Interni Ivan Langer lasci l'incarico.
Il governo ceco dunque rischia di diventare la quarta vittima della crisi economica dopo Islanda, Belgio e Lettonia. Ma le turbolenze finanziario-economiche hanno messo sotto pressione più di una squadra al comando nell’Europa centro-orientale. L’Ucraina è tetanizzata dai litigi in seno al governo e con il presidente sui negoziati per il superprestito di salvataggio del Fondo Monetario Internazionale, la Turchia attende le elezioni amministrative del 29 marzo prima di procedere a sua volta all’accordo con il Fmi. Rischia parecchio anche il governo ungherese. A Budapest, profondamente colpita dalla crisi economica, s’è aperta una vera e propria crisi al buio, dagli esiti incerti. Il primo ministro Ferenc Gyurcsany, parlando sabato al Congresso del suo Partito socialista, ha chiesto di trovare un nuovo leader a cui affidare la formazione di un governo di più ampio consenso. A questo punto, gli scenari della transizione appaiono tutto meno che scontati. Anche la Turchia vive una fase d’incertezza politica. Duramente colpita dalla crisi finanziaria, Ankara sta trattando per un presti col Fondo monetario internazionale. In particolare, sono in discussione gli obblighi che l’istituzione di Bretton Woods imporrebbe in termini di bilancio pubblico. In questo contesto, per domenica sono in programma elezioni amministrative anticipate. Il partito islamico-moderato per la Giustizia e lo Sviluppo (Akp), di cui è espressione il premier Recep Tayyip Erdogan. Il capo del governo non s’è speso nella campagna elettorale e punta a vincere, tenendo conto che parrebbe mancare una reale alternativa politica. Tuttavia, anche l’Akp in alcune realtà rischia e un risultato negativo potrebbe avere un contraccolpo anche ad Ankara.

http://it.euronews.net/2009/03/25/la-repubblica-ceca-portera-a-termine-il-semestre-europeo/

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