Sunday, April 11, 2010

LA STORIA SI RIPETE: LUTTO IN POLONIA


Il Massacro di Katyń, avvenne durante la seconda guerra mondiale e comportò l'esecuzione di massa, da parte dei sovietici, di soldati e civili polacchi.
L'espressione si riferì inizialmente al massacro dei soli ufficiali polacchi detenuti del campo di prigionia di Kozielsk, che avvenne appunto nella foresta di Katyń, vicino al villaggio di Gnezdovo, a breve distanza da Smolensk. Attualmente l'espressione denota invece l'uccisione di 21.857 cittadini polacchi: i prigionieri di guerra dei campi di Kozielsk, Starobielsk e Ostashkov e i detenuti delle prigioni della Bielorussia e Ucraina occidentali, fatti uccidere su ordine di Stalin nella foresta di Katyń e nelle prigioni di Kalinin (Tver), Kharkov e di altre città sovietiche. L'eccidio di Katyń fa riflettere perché da esso emergono aspetti della dittatura staliniana che è stato a lungo imbarazzante riconoscere, vale a dire il carattere fortemente repressivo e le tendenze imperialistiche. .Il massacro rispondeva ad una logica ben precisa di ulteriore indebolimento della Polonia appena asservita. Infatti, poiché il sistema di coscrizione polacco prevedeva che ogni laureato divenisse un ufficiale della riserva, il massacro doveva servire ad eliminare una parte cospicua della classe dirigente nazionale. Va inoltre ricordato che Stalin contestualmente ordinò la deportazione in Siberia e Kazakhstan delle famiglie degli ufficiali polacchi (bambini compresi), eliminando in tal modo anche la generazione successiva.
Il metodo con cui vennero eseguite era stato studiato nel dettaglio.
La dinamica del massacro era questa: inizialmente venivano verificati i dati anagrafici del condannato, poi questi veniva ammanettato e portato in una cella isolata. Dopo essere stato fatto entrare nella cella, veniva immediatamente ucciso con un colpo alla nuca. Il colpo di pistola veniva mascherato tramite l'azionamento di macchine rumorose (probabilmente ventilatori). Il corpo veniva quindi trasferito all'aperto passando da una porta posteriore e poi veniva caricato su uno dei sei camion appositamente predisposti per il trasporto. A questo punto toccava alla vittima seguente. Questa procedura venne ripetuta ogni notte, ad eccezione della festa del primo maggio.
Nel 1989 studiosi sovietici rivelarono che Stalin aveva effettivamente ordinato il massacro, e nell'ottobre 1990 Mikhail Gorbachev porse le scuse ufficiali del suo paese alla Polonia, confermando che la NKVD aveva giustiziato i prigionieri e aggiungendo l'esistenza di altri due luoghi di sepoltura simili a quello di Katyn: Mednoje e Pyatikhatki. Il leader sovietico, però, sostenne che i documenti cruciali, tra cui l'ordine di fucilare 25 mila polacchi senza neppure avanzare contro di loro un capo di imputazione, non si sapeva dove fossero. Si può affermare che la vicenda può dirsi conclusa solo con la presidenza di Boris Eltsin.



A settanta anni dall'eccidio di Katyn, la Polonia rivive una simile tragedia perdendo parte importante della sua classe dirigente in un incidente aereo, propio nella foresta dell'eccidio...
Il Tupolev 154 sul quale viaggiava la compagine governativa, si è schiantato su una foresta in fase di atterraggio. I resti del velivolo sono stati rinvenuti a circa un chilometro dalla pista. Con il presidente Kaczynski viaggiava la moglie Maria, anche lei tra le vittime , e una delegazione presidenziale di circa 80 persone, tra cui il governatore della banca polacca.
Kaczynski militava nel partito conservatore Prawo i Sprawiedliwość (PiS), il cui nome significa Legge e Giustizia. Era presidente della Repubblica di Polonia dal 2005ed ebbe precedentemente ricoperto l'incarico di presidente (sindaco) di Varsavia dal 2002 fino al 22 dicembre 2005. Lech si era laureato in Legge e Amministrazione all'Università di Varsavia. Nel 1976 ha ottenuto il dottorato presso l'Università di Danzica, dove ha lavorato prima come ricercatore e poi come professore. Era sposato e aveva una figlia.
Negli anni settanta è stato un attivista nel movimento democratico polacco anticomunista. Nell'agosto 1980 è diventato un consulente del comitato per gli scioperi del Porto di Danzica e del movimento Solidarność. Nel periodo di legge marziale introdotto dai comunisti nel dicembre 1981 è stato internato essendo stato classificato come elemento anti-socialista.

La Polonia perde un grande uomo, un grande politico e il mondo perde un grande anticomunista...

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