Monday, November 24, 2008

ELEZIONI IN VENEZUELA




Nelle elezioni regionali di domenica, il partito del presidente Hugo Chavez ha vinto la maggioranza delle regioni (secondo i dati provvisori, 17 dei 22 Stati) ma l’opposizione si è portata a casa le due principali regioni di Zulia e Miranda, le più popolose del Paese, si è imposta anche nell’area metropolitano di Caracas. Zulia e Miranda sono considerati i più importanti Stati del Paese, per il peso economico, per quello demografico (6,6 milioni di abitanti, sui 28 milioni complessivi) e per la loro posizione strategica. L’area metropolitana di Caracas, anch’essa strappata al partito di Chavez. Imponente la partecipazione elettorale, secondo il Consiglio elettorale nazionale (Cne) la partecipazione al voto è stata del 65,45%, che rappresenta il tasso di partecipazione più alto degli ultimi anni a elezioni regionali. Nello Stato di Barinas, che ha un significato politico particolare perchè è quello originario di Chavez, ha vinto suo fratello Adan Chavez, con il 49,63% dei voti, contro Julio Cesar Reyes, attuale sindaco della città, ex membro della coalizione pro Chavez. Oltre 17 milioni di persone erano chiamate a eleggere 22 governatori , 328 sindaci e centinaia di consiglieri regionali e municipali. La “Alleanza Patriottica”, il raggruppamento guidato dal “Partito socialista unito del Venezuela” (PSUV) di Hugo Chavez, ha vinto. Il presidente rimane il politico più popolare del Paese.



Manuel Rosales diventa sindaco di Maracaibo, Rosales guida “Nuova Era” e potrebbe ricompattare le forze socialdemocratiche, liberali e repubblicane, conservatrici ma non reazionarie, in vista delle future presidenziali. Il sindaco si è presentato come il paladino della innovazione e della libertà, di un socialismo alternativo. Nello stato di Miranda vince l'opposizione , grazie all’affermazione di Henrique Capriles, un esponente della dissidenza antichavista riunita attorno al “Club dei prigionieri” politici.

Negli ultimi mesi la popolarità di Chavez era scesa dal 57 al 46 per cento ,così, per fronteggiare l’emorragia di consenso, il presidente ha attraversato con furia il Paese per screditare i suoi avversari. Ha minacciato di tagliare i fondi agli stati ribelli, messo la museruola alla fronda, cancellato dalle liste elettorali centinaia di avversari politici (le “interdizioni”). Nel frattempo favoriva la sua cricca, come il fratello Adan.

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