Tuesday, November 18, 2008

LA CRISI DEI SOCIALISTI




Il Partito socialista francese all'opposizione non è riuscito oggi a scegliersi un nuovo leader, che si contrapponga al presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy, in un congresso segnato da lacerazioni e risentimenti. Il congresso avrebbe dovuto scegliere la linea politica e sanare le dispute interne che hanno paralizzato i socialisti come forza d'opposizione, da quando Segolene Royal li ha portati alla terza sconfitta elettorale di fila, contro Sarkozy, 18 mesi fa. La Royal vorrebbe ancora guidare la riscossa dei socialisti, ma i suoi rivali interni, che la incolpano per la sconfitta alle presidenziali, hanno rifiutato la sua leadership al congresso. Il suo discorso di ieri al congresso ha portato mezza sala ad acclamarla in piedi, mentre l'altra metà la fischiava.Come primo passo per rinnovare la leadership, i membri del partito hanno votato la scorsa settimana su delle "mozioni" concorrenti.
La mozione della Royal è stata la più votata con poco meno del 30%, quella del sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe ha attenuto il 25%, così come la mozione di Martin Aubry, l'ex ministro conosciuta per essere stata l'artefice della legge sulle 35 ore di lavoro. Benoit Hamon, il leader più giovane, della sinistra del partito, ha preso il 19%. Delanoe, Aubry ed Hamon sono uniti soltanto dall'avversione per la Royal, ma non riescono a decidere chi di loro debba affrontarla per la direzione del partito.
Alla fine un voto ci sarà, previsto per giovedì, quando gli iscritti dovranno scegliere tra Royal, Aubry e Hamon, dato che lo scoraggiato Delanoe ha gettato la spugna. Principale punto di frizione tra la Royal e gli altri è se fare un'alleanza con i centristi per le elezioni presidenziali del 2012 e se abbassare il contributo per iscriversi al partito.
Royal è favorevole ad entrambe le cose, ma i suoi rivali sostengono che il partito debba rimanere ancorato a sinistra e che una tessera meno cara contribuirebbe ad indebolirne l'identità. Per vincere sara' necessario ottenere la maggioranza assoluta dei voti, e Segolene spera che la 'gente delle primarie' non la tradisca. Il sindaco di Parigi, Bertrand Delanoe invita i militanti socialisti a dare il loro voto a Martine Aubry nella scelta del primo segretario del Partito socialista. (reuters)





Il PS è stato fondato nel 1969 dalla fusione di tre formazioni politiche:Sezione Francese dell'Internazionale Operaia ,Unione dei club per il rinnovamento della sinistra, Unione dei gruppi e club socialisti .Nel 1981 il PS vinse sia le presidenziali (Mitterrand) che le politiche, mettendo fine a 23 anni di dominazione della destra. Segretario del Partito divenne Lionel Jospin. Il governo socialista disegnò un ambizioso e innovativo programma economico-sociale, realizzò importanti riforme, come quella che aboliva definitivamente la pena di morte. A partire dal 1983 il governo Mauroy dovette cambiare completamente la sua politica per una gestione più rigorosa delle spese publiche, provocando le dimissioni dei ministri comunisti e la fine del sostegno del PCF al governo. Inseguito, il PS subì numerose sconfitte elettorali consecutive, che provocarono nel 1984 le dimissioni di Pierre Mauroy, sostituito da Laurent Fabius. L'aggravarsi della crisi economica e della disoccupazione provocò come previsto da tempo la sconfitta del Partito Socialista e la vittoria dei partiti di centrodestra Unione per la Democrazia Francese (UDF, liberale) e Raggruppamento per la Repubblica (RPR, post-gollista), alle elezioni politiche del 1986. In conseguenza, Mitterrand nominò il presidente dell'RPR Jacques Chirac primo ministo. Nel 1988 Mitterrand fu rieletto presidente col 54 % dei voti contro Jacques Chirac e il PS ottenne una maggioranza relativa alle elezione politiche tenutesi poco dopo. Mitterrand decise di promuovere una politica di "apertura" a centristi e personalità apolitiche. Il 1993 per il PS fu un anno drammatico. Il centrodestra vinse le legislative, il PS passò da 258 a soli 54 seggi, e il suo risultato elettorale passò dal 34 % al 17 %, minimo storico. Per le elezioni presidenziali del 1995 divenne candidato del PS Lionel Jospin, che inaspettatamente riuscì a arrivare per primo al primo turno, sorpassando i due candidati del centrodestra Jacques Chirac e Édouard Balladur. Al secondo turno, Jospin fu sconfitto da Chirac con 47% dei voti. Jospin, eletto segretario, riaprì la collaborazione con comunisti, verdi e radicali di sinistra formando la cosiddetta "Sinistra plurale". Nel 1997, Jospin portò il PS a conquistare il 24% dei consensi ed il 43% dei seggi (250) e diventò Primo Ministro di un governo sostenuto anche dal PCF (36 seggi) e dal gruppo "Radicali, Cittadini e Verdi" (PRG, MRC e Verdi; 33 seggi). Si venne, così, a determinare il fenomeno della coabitazione, un governo di sinistra ed un Presidente della Repubblica di destra, il gaullista Chirac. François Hollande si avvicendò alla guida del partito. Alle presidenziali del 2002, il PS candidò Jospin, Jacques Chirac, sostenuto dai partiti che avrebbero dato vita all'Unione per un Movimento Popolare, ottenne il 19,88% dei voti, secondo arrivò a sorpresa il nazionalista Le Pen (Fronte nazionale) (16,8%), che superò di appena lo 0,7% proprio Jospin.

La Royal condusse una campagna elettorale particolarmente mediatica, nel tentativo di scrollarsi di dosso l'idea di "socialista statalista". L'UMP candidò il ministro degli interni Sarkozy, che non faceva mistero di porsi come un gaullista conservatore, particolarmente attento al tema della sicurezza e dell'identità nazionale. L'UDF ripresentò il proprio segretario Bayrou, mente FN ricandidò Le Pen. La sinistra comunista ed ecologista si presentò con sei candidati, anche se questa scelta alle presidenziali precedenti aveva favorito l'ingresso al ballottaggio di Le Pen. Al primo turno prevalsero Sarkozy (31,18%) e la Royal (25,87%). Le Pen si fermò al 10,44%, con un calo, rispetto alle presidenziali precedenti, del 6,2%. Vera sorpresa fu il candidato dell'UDF, il centrista Bayrou, che conquistò il 18,5% dei voti. La sinistra estrema (trotskisti, comunisti ed ecologisti) ottenne il 10% dei consensi e garantì il proprio sostegno alla candidata socialista. Altrettanto fecero i candidati tradizionalisti Nihous e De Villiers (in tutto 3,3%) verso Sarkozy. Decisivi risultarono i voti dei nazionalisti e dei moderati. Il risultato delle presidenziali, se da un lato riproposero il PS come la forza prevalente della sinistra francese, l'unica possibile alternativa ai conservatori, dall'altro palesavano la difficoltà per i socialisti di conquistare il voto centrista, necessario per vincere

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