Monday, November 17, 2008

ELEZIONI NEL KASHMIR


Si sono aperti, in una situazione di massima sicurezza, i seggi per il rinnovo dell' assemblea dello stato indiano del Kashmir. Le elezioni, previste in 7 round che termineranno il 24 dicembre,sono boicottate dai partiti che si battono per l'indipendenza di questo stato conteso da India e Pakistan e scosso dalla violenza separatista islamica. Polizia ed esercito sorvegliano tutte le strade delle principali citta' del kashmir. I separatisti kashmiri hanno fatto appello al boicottaggio di questo voto che è considerato cruciale per il governo di Nuova Delhi dopo le violente proteste pro indipendentiste di agosto e settembre. Dopo alcuni anni di relativa calma ,è riemerso dalle ceneri un movimento di ribellione contro il governo indiano che da oltre mezzo secolo controlla due terzi della regione himalayana contesa con il Pakistan. Lo stato del Jammu e Kashmir, che da agosto è stato commissariato dopo i disordini, è diventato di nuovo un punto centrale nell'agenda politica del Congresso, il partito di Sonia Gandhi che guida la coalizione di governo e che dovrà affrontare nuove elezioni generali nella primavera del 2009. Il test elettorale kashmiro è quindi visto come una sorta di verifica della legittimità e della capacità di controllo di Nuova Delhi sulla regione contesa che è una delle più militarizzate al mondo. A parte numerosi candidati indipendenti, i principali partiti pro indiani in lizza sono due, il People Democratic Party, vincitore nel 2002 e il National Conference guidato da Omar Abdullah, ultimo rampollo di una dinastia di leader kashmiri e abbastanza critico verso le elezioni. L'unica soluzione per riportare la zona alla normalità, passerebbe attraverso il negoziato con il Pakistan che ha ora un governo democraticamente eletto guidato da Asif Ali Zardari, il vedovo di Benazir Bhutto, assassinata un anno fa. Il nuovo leader di Islamabad sembra essere abbastanza disponibile ad aperture sul fronte del Kashmir, ma per ora la priorità sembra la lotta ai gruppi estremisti di Al Qaida. Con il cambio della guardia alla Casa Bianca la questione kashmira potrebbe ritornare al centro dell'agenda internazionale. Il presidente eletto Barack Obama aveva ventilato l'ipotesi di nominare Bill Clinton come "inviato speciale".




Il Kashmir è una regione della parte settentrionale del subcontinente indiano fra i territori di India e Pakistan, che rivendicano la sovranità sull'intera regione, e Cina che rivendica soltanto la porzione che controlla attualmente (Aksai Chin). La graduale conquista britannica raggiunse il Kashmir nel 1847 quando fu preso il Regno del Punjab che si estendeva fino alla catena dell'Hindukush. Indeboliti dalla guerra e dalla rivolta autonomista, gli Inglesi furono costretti a concedere l’indipendenza nel 1947, creando due stati, India e Pakistan, a maggioranza rispettivamente indù e musulmana. Le etnie fino ad allora convissute nell’ambito dell’Impero indiano si ritrovarono improvvisamente nemiche e si generarono drammatici esodi di popolazioni in un clima di guerriglia e conflitto sociale. La questione kashmira nacque nel momento in cui i principi delle regioni adiacenti ai confini scelsero a quale stato far parte. Nel Kashmir il maharaja indù esitò e venne invaso immediatamente dalle tribù islamiche locali e da irregolari pakistani, optò allora per l'India a patto che la sua scelta fosse ratificata per plebiscito dalla popolazione ma il Pakistan diede l'appoggio agli insorti e la situazione si stabilizzò solo nel 1949, quando intervennero le Nazioni Unite ponendo fine al primo conflitto indo-pakistano conclusosi con la spartizione del territorio: 2/3 all'India, 1/3 al Pakistan.

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